sabato 8 marzo 2014

Incivili distruggono la pianta tattile della stazione di Molfetta

foto di Gabriele Vilardi
foto di Gabriele Vilardi

di Vito del Rosso - Appoggiati a Me

Con grande rammarico e cocente rabbia il comitato Appoggiati a me non può fare a meno di evidenziare alla cittadinanza il grave atto vandalico perpetrato nei confronti dei tabelloni tattili installati appena due mesi fa all’interno della stazione di Molfetta.

Coloro che  hanno distrutto il tabellone non si sono solo macchiati di un ignobile gesto, ma hanno dimostrato totale insensibilità nei confronti di coloro che, gravati da un handicap visivo, quello strumento erano costretti ad usarlo. Un altro aspetto non secondario di questa vicenda è la totale assenza, in questi individui, del concetto di bene comune.

Il nostro Comitato ritiene fondamentale tutelare i diritti dei “diversabili” al fine di migliorarne l’integrazione nella società. In tal senso è orientata la nostra attività di sensibilizzazione che tuttavia non può prescindere da una costante e rigida attività educativa. Le famiglie giocano un ruolo fondamentale ma riteniamo che sono le scuole i veri bastioni del senso civico e dell’educazione alla diversità. Lungi da noi il voler attribuire delle responsabilità però innanzi allo scempio di questo gesto nessuna componente sana della società può evitare di domandarsi se si stia facendo abbastanza e se gli sforzi profusi siano orientati nel verso giusto.

Concludiamo auspicando che le Istituzioni della nostra città in concerto con le Ferrovie dello Stato s’impegnino al ripristino del tabellone distrutto. Sarebbe un gesto nobile nei confronti dei cittadini non vedenti che quotidianamente attraversano la nostra stazione. Significherebbe l’affermazione o meglio la riaffermazione di due importanti principi fondamentali della nostra Costituzione che all’articolo 2 e 3 recita rispettivamente:“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”... “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.



lunedì 3 marzo 2014

Finalmente si festeggia a scuola!

Salvatore festeggia con i suoi compagni della Scuola C. Battisti (Zona levante) il suo 4° compleanno.


di Lidia de Trizio – Appoggiati a Me


La scuola che frequenta Salvatore non è un grande istituto antico pieni di quadri, statue, grandi scalinate o tante segreterie ma una piccola sezione staccata formata da quattro timide classi una più coinvolgenti dell’altra, con maestre, collaboratrici e assistenti tutte amabilmente straordinarie.

Salvatore oggi è apparentemente tranquillo,  entra nella piccola aula oggi molto affollata, saluta le maestre - Rosa, Angela e Giovanna - e continua il suo cammino diritto verso un gioco che ha già preso di mira, sembra quasi non si accorga degli altri bambini attorno a lui.

Le maestre sono preoccupate, Salvatore è un bambino autistico e non è un caso semplice, ma vedono nei suoi occhi un amore infinito, una dolcezza disarmante ed una grande voglia di imparare.

Da poco Salvatore, grazie a loro, ha imparato a stare seduto in cerchio con gli altri bambini, ora a lui piace colorare, ricerca le maestre e l’assistente Clarissa gli ha anche insegnato il “bacetto con lo schiocco”.

Ma per una giornata importante come oggi ha imparato una cosa nuova: le maestre gli hanno insegnato a spegnere le candeline, una cosa che inorgoglisce anche la mamma!

Grazie a tutti, maestre, alunni e collaboratori per aver voluto festeggiare insieme a Salvatore i suoi primi 4 anni.

Alcuni dei tantissimi disegni che i compagni di Salvatore gli hanno dedicato per il suo compleanno.



giovedì 27 febbraio 2014

28 Febbraio 2014 Giornata mondiale delle malattie rare





Che cosa sono le malattie rare?


Una malattia viene definita “rara” quando si manifesta in pochissimi casi, per comodità è stato messo il tetto massimo: una malattia è rara quando colpisce non più di 5 persone ogni 100 mila abitanti.
Il fatto che una malattia rara colpisca poche persone, non significa che queste siano poche. In Italia per esempio ci sono oggi milioni di casi e decine dimilioni sono quelli in Europa.
Cosa sono le malattie rare?
Questo perché le tipologie di malattia rara sono molte, il numero di quelle conosciute e quindi diagnosticate varia tra 7 mila e 8 mila.

Unire le diverse patologie sotto la dicitura “malattie rare” serve per evidenziare una serie di problematiche comuni che riguardano l’ambito assistenziale, così da poter poi meglio individuare interventi ad hoc coinvolgendo malati che hanno bisogni comunque simili, seppur con sintomi o diagnosi diverse. L’obiettivo è quello di dare risposte mirate e non frammentarie, salvaguardando però le differenze delle singole patologie.
Il concetto di malattie rare è strettamente collegato a quello dei farmaci cosiddetti orfani. I farmaci orfani sono quelli destinati a queste malattie poco diffuse e che proprio a causa di questo hanno difficoltà a riscontrare l’interesse economico delle aziende farmaceutiche.
A livello europeo nel 2000 viene pubblicato il regolamento 141, che si rivolge proprio ai farmaci orfani, istituendo una procedura (a livello comunitario) per l’assegnazione di questa qualifica. Nasce proprio a questo scopo il Commitee for Orphan Medicinale Products (COMP) all’interno dell’Eruropean Medicines Agency (EMEA). Questo regolamento segue la decisione n. 1295 presa nel 1999 dal parlamento della comunità europea che prevedeva un piano di azioni comunitarie a livello della sanità pubblica a favore delle malattie rare.

Nello specifico della normativa italiana emerge nel Piano Sanitario Nazionale 1998-2000 come priorità la “tutela dei soggetti affetti da malattie rare” e tra gli interventi la realizzazione di una rete nazionale delle malattie rare. Nel 2001, infatti, il Decreto Ministeriale 279 mette in atto le precedenti direttive, promuovendo la costituzione di una rete nazionale di presidi regionali per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e la terapia delle malattie rare.


lunedì 24 febbraio 2014

Primo incontro di formazione "Lo Spettro autistico. Quali interventi?"







di Maria Cappelluti - Appoggiati a me

Il 20 febbraio 2014 presso l’ Istituto comprensivo “Cesare Battisti-Giovanni Pascoli” di Molfetta si è svolto il primo dei tre incontri di formazione ed aggiornamento dal titolo “ Lo spettro autistico. Quali interventi?” Questo corso si rivolge a docenti di scuola dell’infanzia ed elementare, operatori socio/sanitari dell’ASL ed ai genitori. Ovviamente il nostro Comitato Appoggiati a Me era presente.

L' incontro è stato presieduto dal dott. Tommaso Tota - neuropsichiatra infantile - del reparto riabilitazione dell’ospedale “Don Tonino Bello” di Molfetta.

Il suo intervento si è articolato in vari punti aventi come tema centrale il bimbo autistico all’interno dell’ambito scolastico: si è partiti con le richieste di proposte operative utili per risolvere in modo congruo le problematiche scolastiche, passando poi alle linee guida che la regione Puglia ha stilato sull’autismo, linee guida vincolanti e su base scientifica.

La persona autistica ha un modo diverso di percezione della realtà, e quindi non è la persona autistica a doversi adeguare a noi ma il contrario. Gli autistici riescono anche a comunicare con noi attraverso varie modalità, soprattutto oggi attraverso facilitatori della comunicazione su base tecnologica.

La parola “Spettro” associata al termine Autismo sta ad indicare qualcosa di non definito, perché l’autismo ha varie sfaccettature e molteplicità di manifestazioni.

La Regione Puglia, vista la sua gravità, ha stilato delle linee guida che riguardano l’autismo che, in breve, non è altro che una sindrome comportamentale caratterizzata da una compromissione qualitativa ad origine precoce (con insorgenza nei primi tre anni di vita) dell’interazione sociale (con grave incapacità di entrare in relazione con gli altri), della comunicazione e del repertorio comportamentale. Il disturbo viene definito generalizzato, in quanto interessa lo sviluppo percettivo e discriminativo, dell’attenzione, della motricità, della memoria, del linguaggio, dell’imitazione, e, più in generale, dell’adattamento all’ambiente.

L’autismo provoca una disabilità permanente, ma se i soggetti vengono sottoposti ad adeguati metodi di trattamento possono avere notevoli miglioramenti. Non ha prevalenza geografica nel senso che gli autistici sono sparsi per il mondo, prevale negli esseri umani di sesso maschile, le cause sono al momento sconosciute ma si ritiene che abbiano rilevanza fattori biologici, ambientali, vaccinali, intossicazioni da metalli pesanti e così via.

Si possono avere miglioramenti anche nello sviluppo motorio, con le giuste tecniche di riabilitazione il bimbo autistico migliora le proprie capacità motorie.

Lo sviluppo del linguaggio spesso è compromesso e molto spesso i bimbi autistici utilizzano una comunicazione non verbale; comunicare significa produrre un segnale con lo scopo di trasmettere a chi lo riceve un proprio bisogno, emozione e informazione.

Il bimbo autistico soffre di un deficit della condivisione, la comunicazione richiestiva è in deficit così come quella dichiarativa. Ha spesso una scarsa presa di coscienza di sé, del proprio corpo ma anche una scarsa presa di coscienza dell’altro. Non riescono a comprendere se ciò che dicono gli altri è falso e cosa c’è alla base del comportamento di chi hanno di fronte.

Per approfondimenti: linee guida sinpia pdf

venerdì 21 febbraio 2014

Il monologo della Littizzetto a Sanremo: "La diversità è bellezza"



Sanremo, 21 feb. (TMNews) - La bellezza non ha niente a che fare con la normalità. È un elogio della diversità il monologo di Luciana Littizzetto dedicato al tema portante della 64esima edizione del Festival di Sanremo: nel corso della terza serata dello spettacolo di Rai Uno, la presentatrice illustra la sua idea di bellezza. Si parte dalla presa in giro del compagno di conduzione Fabio Fazio, che "ha gli occhi piccoli e neri come le anguille e la barba come il muschio nella capanna del presepe" e di se stessa "io ho gli occhi tinta culo di scoiattolo", ma la Littizzetto non risparmia neanche le modelle che raccontano i segreti della loro bellezza e forma perfetta. "Stile di vita sano e qualche integratore? Ma vaffanculo" esclama in risposta la conduttrice.

Poi la protagonista del monologo diventa la diversità: "Ciascuno è bello a modo suo, la bellezza è tante cose, non ha a che fare con la normalità. La bellezza è essere diversi. Un mondo di uguali è impossibile, è il nazismo che ammazzava i deboli e i diversi" dice la Littizzetto, che poi elenca una serie di esempi. Per lei sono bellissimi Gillian, la modella sulla sedia a rotelle, Alex Zanardi che riesce a scherzare anche se non ha le gambe, Lucia Annibale, la ragazza sfregiata che ha avuto il coraggio di ripartire e affrontare il mostro in tribunale, il bambino con la sindrome di down protagonista della pubblicità di un marchio di moda inglese. "Hanno diritto di vedersi rappresentate nel mondo della cultura, dello spettacolo e della politica" dice.

"Da noi se un ministro è nero le tirano le banane. Quanto ci vorrà perché un bambino down - si chiede la Littizzetto - compaia nello spot della Nutella, nello spot Barilla nella famiglia tradizionale?". Poi arriva una critica alla celebrazione dell'apparenza nel mondo dello spettacolo: "Le tette grandi come due boiler rientrano nel concetto di normalità e un braccio invece di due no" aggiunge riferendosi a una presentatrice della tv britannica.

La conclusione è un appello rivolto alle mamme, con un riferimento alle recenti aggressioni nei confronti dei barboni: "Se a nostro figlio facciamo credere che il mondo è quello dei cartoni animati non ci stupiamo se quando vede per strada uno sporco e ubriaco gli dà fuoco. I fiammiferi glieli abbiamo dati noi".

Mon



giovedì 20 febbraio 2014

Paralimpiadi Sochi 2014 "l'amore delle mamme"



di Maria Cappelluti - Appoggiati a Me

Per le paralimpiadi di Sochi 2014, che si disputeranno dal 7 al 16 marzo prossimi, la P&G (Procter & Gambel) ha realizzato una serie di spot per la loro campagna di marketing intitolata "Thank you, Mom".
 La campagna va ad  omaggiare le mamme degli atleti normodotati e non. L'obiettivo è quello di dimostrare che loro non rappresentano solo se stessi e la loro nazione ma anche le loro famiglie.
In particolare vorrei soffermarmi sul video degli atleti paralimpici, lo spot guarda in modo struggente a tratti commovente  le madri che seguono questi atleti ed assistono i loro bimbi in ogni fase della crescita associandola all'allenamento, dall'infanzia all'età adulta. Un percorso irto di numerose difficoltà e di enormi sacrifici. Madri che si dedicano completamente a loro vivendo quasi in simbiosi con i propri figli.
Nel caso specifico degli atleti paralimpici il ruolo delle madri è fondamentale. I loro numerosi impegni sono rivolti ai figli per poterli fare allenare, rincuorarli  nel caso di sconfitte e piangere con loro di felicità nel caso di vittorie. Un ruolo assolutamente da non sottovalutare.
Come i loro figli sono mamme di campioni 2 volte. Perchè i loro figli lo sono 2 volte dei vincenti per le battaglie che affrontano nella vita e  nello sport.
Guerrieri, combattenti che non si fermano davanti  alle prime difficoltà perchè la vita va oltre i soliti schemi ed i soliti giochi.
Ed il messaggio di questo spot è chiaro "Hai pensato che potessi fare qualsiasi cosa. Ed ora ci credo anche io. Grazie Mamma."
Ed io aggiungo "Nulla è impossibile" e loro ne sono la dimostrazione, come ne è la dimostrazione che l'amore di una madre non conosce ostacoli.











martedì 18 febbraio 2014

18 Febbraio 2014 Giornata Mondiale della Sindrome di Asperger






Per la ricorrenza della nascita di Hans Asperger, il 18 Febbraio, è stata indetta la Giornata Mondiale della Sindrome di Asperger.



Hans Asperger (Vienna, 18 febbraio 1906 – Vienna, 21 ottobre 1980) è stato un medico austriaco, pediatra.

Hans Asperger nacque in una fattoria, appena fuori Vienna. Era il maggiore di due figli. In gioventù mostrò particolare talento per la letteratura e spesso citava Franz Grillparzer. Ebbe difficoltà a fare amcizia ed ebbe un´infanzia solitaria. Asperger studiò medicina a Vienna e pratico pressò l´ospedale universitario. Gli è stato conferito il dottorato nel 1931 e assunse la direzione del reparto di pedagogai infantile presso la clinica dei bambini dell´università di Vienna. Si sposò nel 1935 ed ebbe cinque figli.

Sebbene sia stata una neurologa russa a scrivere il primo resoconto del profilo di abilità che oggi chiamiamo Sindrome di Asperger, il nome è stato dato come tributo alle osservazioni dettagliate e perspicaci di Hans Asperger, che riconobbe anche che il profilo è parte di ciò che ora chiamiamo spettro dei disturbi autistici, piuttosto che della schizofrenia. Asperger ebbe un grande interesse sui bambini che vedeva in ospedale a Vienna, che sembravano avere un certo numero di caratteristiche in comune. Inizialmente, su una base di quattro casi, descrisse una serie di caratteristiche che richiedevano una categoria diagnostica specifica, ed in seguito diagnosticò circa cento bambini con (per usare i termini originali) “psicopatia autistica” (Hippler e Klicpera, 2003). Sebbene Hans Asperger usò l´espressione “psicopatia autistica”, una traduzione più accurata e moderna dell´obsoleta parola “psicopatia” nell´inglese corrente sarebbe “personalità”.

Una parte della sua personalità lo portava ad essere affascinato dal mondo naturale e dalle categorizzazioni dei fenomeni che osservava. Egli reputava che i bambini da lui visti avessero delle peculiarità non ben definite della personalità e dei disturbi particolari nell´interazione con gli altri, ma non esistevano descrizioni o diagnosi esistenti che potessero descrivere le loro caratteristiche.

Descrisse problemi nella comunicazione verbale e non verbale, con caratteristiche specifiche negli aspetti pragmatici del linguaggio, in particolare nelle abilità conversazionali; una prosodia inusuale nella parlata, che concerneva il tono, il volume ed il ritmo; la particolare pedantezza del linguaggio. Hans Asperger notò pure alterazioni importanti nella comunicazione e nel controllo delle emozioni, così come la tendenza a razionalizzare i sentimenti. Notò come l´empatia non fosse così matura come ci si potesse aspettare considerando le capacità intellettuali dei bambini. Descrisse inoltre un sotto- gruppo di bambini con la tendenza ad avere problemi di comportamento, ciò che costituiva una delle ragioni principali per le quali questi bambini gli venivano segnalati. La loro comprensione sociale era limitata, avevano difficoltà a farsi degli amici e la tendenza a sentirsi infastiditi. Si riscontrava pure una preoccupazione egocentrica per un interesse o una tematica specifica che dominava i loro pensieri, ed i bambini necessitavano, per compiti di autonomia, maggior assistenza di quanto ci si potesse aspettare. Hans Asperger osservò un´importante goffaggine nell´andatura e nella coordinazione ed un´estrema sensibilità di alcuni bambini a suoni o gusti particolari.

Asperger riteneva che queste caratteristiche potevano essere identificate in bambini fra i due ed i tre anni, anche se per altri bambini le stesse erano più evidenti alcuni anni dopo. Notò inoltre che alcuni genitori, in particolare i padri, sembravano condividere alcune caratteristiche della personalità con i loro figli. Scrisse che il quadro descritto fosse dovuto più a cause genetiche o neurologiche invece che a fattori psicologici o ambientali.

Rimarcò che alcuni bambini possedevano talenti specifici che potevano portarli ad avere un´occupazione lavorativa e che alcuni potevano sviluppare relazioni sociali durature.

Negli ultimi anni della seconda guerra mondiale servì come ufficiale medico in Croazia. Nel 1944, dopo la pubblicazione del suo saggio che diventò il punto di riferimento per la descrizione dei sintomi dell´autismo, trovò un posto di ruolo presso l´Università di Vienna. Poco dopo la fine della guerra divenne direttore di una clinica pediatrica nella città. Fu nominato presidente della pediatria presso l´Università di Vienna, incarico che mantenne per 20 anni. In seguito lavorò a Innsbruck. Diventò professore emerito nel 1977.

Asperger morì prima che il suo modello di comportamento divenisse ampiamente riconosciuto, poiché i suoi scritti erano in lingua tedesca e per cui poco tradotti. La prima persona ad usare il termine "sindrome di Asperger", è stato la ricercatrice britannica Lorna Wing. Infine, dai primi anni 1990, le sue scoperte hanno iniziato a guadagnare l´attenzione del mondo scientifico, eoggi, la sindrome di Asperger è riconosciuto come una diagnosi in molti paesi del mondo.