Sanremo, 21 feb. (TMNews) - La bellezza non ha niente a che fare con la normalità. È un elogio della diversità il monologo di Luciana Littizzetto dedicato al tema portante della 64esima edizione del Festival di Sanremo: nel corso della terza serata dello spettacolo di Rai Uno, la presentatrice illustra la sua idea di bellezza. Si parte dalla presa in giro del compagno di conduzione Fabio Fazio, che "ha gli occhi piccoli e neri come le anguille e la barba come il muschio nella capanna del presepe" e di se stessa "io ho gli occhi tinta culo di scoiattolo", ma la Littizzetto non risparmia neanche le modelle che raccontano i segreti della loro bellezza e forma perfetta. "Stile di vita sano e qualche integratore? Ma vaffanculo" esclama in risposta la conduttrice.
Poi la protagonista del monologo diventa la diversità: "Ciascuno è bello a modo suo, la bellezza è tante cose, non ha a che fare con la normalità. La bellezza è essere diversi. Un mondo di uguali è impossibile, è il nazismo che ammazzava i deboli e i diversi" dice la Littizzetto, che poi elenca una serie di esempi. Per lei sono bellissimi Gillian, la modella sulla sedia a rotelle, Alex Zanardi che riesce a scherzare anche se non ha le gambe, Lucia Annibale, la ragazza sfregiata che ha avuto il coraggio di ripartire e affrontare il mostro in tribunale, il bambino con la sindrome di down protagonista della pubblicità di un marchio di moda inglese. "Hanno diritto di vedersi rappresentate nel mondo della cultura, dello spettacolo e della politica" dice.
"Da noi se un ministro è nero le tirano le banane. Quanto ci vorrà perché un bambino down - si chiede la Littizzetto - compaia nello spot della Nutella, nello spot Barilla nella famiglia tradizionale?". Poi arriva una critica alla celebrazione dell'apparenza nel mondo dello spettacolo: "Le tette grandi come due boiler rientrano nel concetto di normalità e un braccio invece di due no" aggiunge riferendosi a una presentatrice della tv britannica.
La conclusione è un appello rivolto alle mamme, con un riferimento alle recenti aggressioni nei confronti dei barboni: "Se a nostro figlio facciamo credere che il mondo è quello dei cartoni animati non ci stupiamo se quando vede per strada uno sporco e ubriaco gli dà fuoco. I fiammiferi glieli abbiamo dati noi".
Mon
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