sabato 19 ottobre 2013

Il dramma della solitudine nelle famiglie con disabilità



di Maria Cappelluti - Appoggiati a Me


Non è raro leggere o ascoltare storie di cronaca che vedono come protagonisti genitori accusati di omicidio o di tentato omicidio del proprio figlio affetto da disabilità. Molte volte vengono colpevolizzati, altre volte giustificati ma troppo spesso, se non sempre, questi sono solo urla di solitudine di famiglie abbandonate a sé stesse.

Quando la diagnosi di disabilità giunge in una famiglia le reazioni sono differenti e cambiano da persona a persona. Si passa dall'incredulità allo sconforto e spesso molti genitori non riescono a superare questa fase e rifiutano la realtà, il proprio figlio o la propria vita. L'unica cosa certa è che solo i genitori possono fare molto per i loro figli. E proprio quando hanno bisono del sostegno di tutti vengono abbandonati da chi sino a quel momento è stato loro accanto: amici, parenti sino a giungere alle istituzioni.

Molti matrimoni o relazioni giungono a termire a causa dello stress che i genitori subiscono a causa delle incomprensioni che nascono dalle decisioni di cura e non solo da prendere per il proprio figlio. I genitori a questo punto è facile che entrino nel tunnel della depressione soprattutto quando arrivano a comprendere che le loro forze sono ormai al limite e si innescano meccanismi mentali che possono portare a conseguenze drammatiche.

A questo punto è doveroso comprendere che i genitori necessitano in primis di un supporto psicologico oltre che assistenziale e ricreativo. Inclusione sociale non solo per i disabili ma anche per i loro genitori che frequentemente si isolano dal mondo per poter curare e seguire i propri figli.

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